Penelope

Annoiata di studiare, apaticamente seduta sulla sedia a dondolo, Penelope guardava l’orologio e in uno di quei momenti in cui non si ha niente da fare cominciò a porsi domande sulla vita : "perchè esiste il tempo? Forse perchè gli uomini si consolino e capiscano che alle loro pene c’è una fine, forse perchè è divertente guardare dall’alto quelli che si affrettano per non tardare."

"Non c’è nessuno che ci spieghi come fare a non lasciarci influenzare dal suo scorrere, nessuno che ci guidi."

Più ci pensava e più aveva paura : non avrebbe mai vinto nella lotta contro il tempo. 

Il tempo sa scorrere. 

Lei non avrebbe mai imparato a scorrere, ancora non aveva neanche imparato a vivere.

"Forse esiste perchè tutti capiscano che abbiamo dei limiti. Forse perchè potremmo consolarci con il parallelo del suo infinito, con l’eternità. Forse perchè ognuno possa attendere il futuro. ma se il tempo non esistesse non ci sarebbe neanche il futuro!"

Ormai non riusciva più a mettere insieme i pensieri : fluivano alla mente infiniti, uno dopo l’altro. I verbi, le parole le scappavano di bocca, senza riuscire a coniugarli.

 "E se il senso della vita e del mondo fosse nascosto nel tempo? E se non siamo altro che frammenti spazio-temporali tenuti insieme dalla colla dell’universo? E se il fatto che non ci poniamo più domande banali ci sta portando ad una lenta morte?"

D’un tratto smise di pensare.

Capì che l’unica cosa che avrebbe potuto fare per spiegarsi questo annoso dilemma era vivere, perchè non le era concesso altro.

E tornò così a dondolare, Penelope, immersa nel caldo dell’estate.