Trasmettere.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il Maggio 21, 2020
Il teatro cinematografico, il realismo visionario di Fellini
quest’estate che si preannuncia, poi si nasconde
i piccolissimi semi piantati ad imbrunire
il vento fresco che fa spazio alla tempesta a venire
è tutto pieno di voce e di luminoso silenzio.
Le periferie delle città sono abitate da spiriti
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il gennaio 28, 2020
La voce del tram striscia sull’asfalto
In queste periferie abitate da Spiriti Senza dimora, incastrati a vivere in un limbo nebbioso, infestato d’oblio
In questa dimensione in cui prendono voce, ronzio, dolore, vestendosi di pianto.
Qui si respira il vuoto dei cuori che, lividi, dimenticano perfino la sensazione della sete e, con la pioggia, si scoprono a nutrirsi d’acqua come nelle epoche di carestia per provare a ritrovare la strada del ritorno.
Calabria.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il gennaio 26, 2020
Dove siete andati, fratelli?
Quali minuscoli vicoli avete scelto
per dileguarvi?
Da cosa siete scappati via?
Avete lasciato i paesi deserti
vivi soltanto nei ricordi
gravidi di malinconia
ad aspettarvi
Avete lasciato i volti degli anziani
a custodirvi in ogni ruga
come cimelio del tempo trascorso,
del tempo smarrito
Avete lasciato questa Terra
Benedetta Terra
riarsa e speranzosa, che si aggrappa
con rinnovato vigore
all’oblio dettato dalla vostra assenza
ad annegare nelle sabbie mobili dell’avvenire
Lontana, questa Terra di confine
che affonda Radici nei vostri cuori sabbiosi, suoi figli,
e vi lascia liberi e forti, in debito di gentilezza
come riverbero nei pensieri assopiti
La vostra Terra, stagione fiorita
che ancora soffre
la carestia dei padri e dei figli
il mal d’esilio
la memoria divelta
Quella che fuggite è la Terra che protegge
le vostre mani consunte e ruvide,
che stilla rugiada nel sudore della vostra fronte
e rende in dono lo splendore risorto delle Primavere
al degrado del tempo,
affinché non sia il Tempo a legarvi
al Suo sacrificio d’abbandono
e trasformi ogni pensiero
in Ali schiuse e fiere della sua bellezza.
Olio su tela.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il gennaio 18, 2020
Piccola memoria dell’anno nuovo che sorge
marmoreo e spietato
e tramonta ogni giorno.
Minuscole gemme splendono sui rami di melograno
di nuovo fiorirà Primavera e tacerà l’inverno
dimenticando il buio.
Un uomo muore, muore un ricordo
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il gennaio 12, 2020
Un uomo muore, muore un ricordo
E una pietra affonda sul letto del fiume
Lieve
In memoria.
Racconto, confronto, resoconto.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il novembre 25, 2019
Anche il cuore, come le stagioni, fiorisce, appassisce e fiorisce di nuovo
Nutre i pensieri di timori, di fragilità, di bellezze, di conquiste.
E’ nei tuoi sogni e nei tuoi giorni che voglio vivere, mio cuore
Dedico a te ogni battito di ciglia
Ed accarezzo il mondo con delicatezza perché mi ha dato te
Per celebrare la vita.
Notturna
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il agosto 31, 2019
Sotto la pelle, nel sangue
Scorre dentro di me il tuo respiro
Nel silenzio della notte, ancora,
Ti chiedo perdono
ho condiviso con te troppo dolore
Tutto quello che ha frantumato il mio nido
Lascia che ti stia accanto
E che mai più accada che il peso di questa perdita possa sfiorarti
Lascia che ti tenga la mano
Perché la mia, senza la tua intrecciata, non è che vuoto.
Il più bello dei mari
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il agosto 30, 2019
Poeta, canta al mio amore le mie parole,
Il vuoto incolmabile di chi commette un errore e non ha più voce
Poeta, possa tu ancora cantagli che
“Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.”
Le mie mani tremano, il mio corpo cede, nulla ha valore se non lo ho con me.
“nel mio silenzio ho scritto lettere piene d’amore”
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il agosto 29, 2019
Possa il tuo grande cuore perdonare la mia debolezza
giacché le anime che camminano sui vetri spezzati rimangono ferite
Possa il tuo grande cuore perdonare le mie parole
perché assunto un peso che non spettava, hanno iniziato a biascicare
Possa il tuo grande cuore vedermi nella mia fragilità
di essere umano, bambino, che sfiora il dolore della famiglia che, non sapendo affrontare la difficoltà, si sviscera e si frantuma
Possa tu perdonarmi, mio cuore, poiché nulla, nulla al mondo, importa più dell’averti accanto, nemmeno la mia vita.
Non poter dormire, mangiare, vivere
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il agosto 27, 2019
Non riuscire a distinguere i colori per il dolore
Non riuscire a vivere per non aver saputo canalizzare la sofferenza su chi la stava causando
Ma amare è capirsi, perdonarsi
E ancora credere, in due, che l’universo ci vive dentro.
“C’è questo stanotte, due distese di bianco spezzano l’oscurità”
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il gennaio 10, 2018
Mi muovo al ritmo del vento
negli scempi urbani di questi nuovi, piccolissimi orizzonti
Intanto, Giovanni Lindo Ferretti canta
“non si teme il proprio tempo
è una questione di spazio”
Buon inizio dalle parole di Gramsci, possa ogni ora della vostra vita vorrei essere nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il dicembre 31, 2017
“Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.
Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna.
E sono diventati così invadenti e così fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.
Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.
Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d’inventario dai nostri sciocchissimi antenati.”
Dove la vita ristagna.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il dicembre 23, 2017
A cosa pensavi, piccolissima musa di ghiaccio,
sguardo di cenere e pensieri in declino
mentre camminavi distratta dalle tue solitudini?
Incedevi luttuosa affrontando l’uragano
sussurravi all’orecchio del bambino
che le lingue dei fuochi fatui hanno denti di lupo
che i silenzi celano le verità.
ambra.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il luglio 9, 2017
Mi sei apparsa
nella resina dei sogni persi
avevi gli occhi dello stesso colore d’ambra
di mille anni fa
quando ancora ci svegliava la luce del sole
o la voce di nostra madre
anziché la paura di un giorno nuovo,
anziché l’aspettativa.
Ti ho visto
e mi hai commosso.
Avevamo ancora vestiti puliti
tu sempre le ginocchia sbocciate
tu sempre i mille cuori che ti vivevano dentro.
Ma il peso del tempo é come pietra sui corpi
l’irrimediabilità del trascorso mi spegne.
Rimane di te quella resina spessa sui miei sogni
e poco più che un profumo remoto.
Cellulosa.
Pubblicato da lameteora in Uncategorized il luglio 9, 2017
Ho un davanzale pieno di fiori arancioni, come nei quadri di Chagall
bellissimo, invaso da petali profumati che stillano sole dalle venature di cellulosa
mi fermo a guardali ogni mattino, mi raccontano di quanto sia sacro l’amore
guardano il cielo dal nostro spicchio di cielo, azzurro, lontano
mi dicono di non aver paura, che d’estate si trema sempre di nostalgia.