Archivio per agosto 2011

per te ho ucciso.

i giorni interminabili delle partenze

nelle distanze inquiete che germogliano tra noi resti tu come antidoto alle nostalgie

 

imparerò a non deturpare la bellezza

ne farò vento affinchè possa giungerti.

 

imparerò a celare questa lucida cronaca del mio stato di dipendenza da te

che sgualcisce i miei occhi

che desatura ogni lembo di luce che non profumi d’amore.

 

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prenderò l’ultimo treno della notte per stringerti tra le mie braccia.

zero.

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Solo il tuo cuore ardente e niente più.

meno uno.

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Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.

la notte si posa come seta sulle cose

è una resa dolce.

 

l’edera delle tue parole mi avviluppa

clessidra tenace del tempo che resta

del tempo che piange sulla mia pelle ruvida

che trema sulle tua pelle di sogno.

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ci vendemmia il sole.

 

mattino gravido di luce

ieri sera la ragazza delle ordinazioni ci ha anche sorriso.

 

luoghi dismessi per centellinare i momenti

le arterie profonde del giorno irrorano i petali dei tuoi sorrisi

è la mia Primavera.

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guardavo la via lattea.

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di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.

Mi domando che occhi avrai avuto

con che curiosità avrai scrutato il mondo

con quale mistico desiderio avrai percorso

strade sconosciute ai tuoi sensi.

 

Nasceranno distanze feroci

superbe

 

tu terrai il conto dei giorni con minuzia infinita

io dimenticherò la differenza tra l’alba ed il tramonto.

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prose dolcissime poesie violente questioni irrisolte (non sarò mai abbatanza)

 

contaminarsi

tu ridi e la tua cassa toracica si muove con ritmicità sulla notte

tu ridi e la luna compare

come d’incanto

ad illuminare le gocce di pioggia condensata sulla tua fronte.

 

giorni rapaci che volgono al termine

come il mio cuore.

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bisbigli d’immortalità

speculazioni notturne e sinfonie di grilli

penso che tu abbia annullato i miei confini.

 

 

 

 

 

 

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dei che sanguinano.

cuori partigiani ed aneddoti di vita trascorsa

hai lasciato tracce ovunque

ogni tua conquista è un grumo di pensiero

 

aneddoti di vita trascorsa e date di nascita o di scadenza

l’indole resta immutata

è forse il cuore che cambia

 

date di nascita e desideri

mentre gli strati superficiali della nostra pelle

si squamano danzando.

 

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regola numero uno.

prendiamo in ostaggio granelli di sabbia come sogni

dici che la luna è perfetta

conti le stelle.

 

giochi pirotecnici sul mio cuore

(le tue metafore natalizie)

non voglio essere responsabile di stragi

non preoccuparti.

 

rendimi eterna

saprò essertene grata.

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Non è un tentativo, in realtà, è piuttosto un destino: io non posso fare altro che questo.

fotogrammi di esistenze parallele

ieri notte mi hai detto che sapresti riconoscermi anche dalla mia ombra

che non resci a spiegarti il mio modo barbaro di assentarmi dalle conversazioni

che sono diventata malinconica e forse un po’ bella.

 

potessi spiegarti i miei desideri

potessi parlare con te della paura di perdere i suoi occhi

potessi soltanto svelartene i contorni.

 

intanto

la terra non mi dimentica

mi chiama con violenza.

 

 

 

 

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Entro rossori di mattine nuove.

l’aurora boreale nei tuoi occhi

radici profonde nei miei.

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il cielo pone in capo/ ai minareti/ ghirlande di lumini (never let me go)

notte

mi chiedevi di non essere tragica

ti rispondevo che la mia è vocazione al melodramma

 

da lì si vedevano solo luci come germogli di vita

la luna violenta

e stelle che, con pazienza,

diventavano meteore.

 

da lì ogni respiro era implosione di chimere

apnee di pensieri

per desideri eterni

per il modo discreto che hai di raccontarmi i tuoi sogni.

 

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Venere del mio intestino tenue

 

qualche metro quadrato di distanza e le richieste di mio fratello che sono sempre dissimili dalle mie volontà

cerchiamo laghi

dici che non esiste arte senza sofferenza

lei, dolcemente, annuisce

le tue parole s’insinuano sottili sulle scie delle nostre vene.

 

apro il finestrino

aspetto il contatto della mano con l’aria, ne sento il peso sulle mie dita

resto per un po’ a pensare alle tue fragilità che sono condensato di poesia

alle tue lacrime che dissetano il mondo

alle zanzare che hanno assaggiato il tuo sangue caldo.

 

è un ritorno, il suo, sai?

un ritorno breve

chè l’estate volge al termine

come il mio cuore.

 

 

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